
L’arrivo dell’immaginario dell’Antropocene ha puntato l’attenzione sulla dimensione del Tempo Profondo. Se è vero che noi Sapiens siamo qui da almeno trecentomila anni, allora è utile considerare la nostra storia a partire dall’inizio e non solo dagli ultimi cinquemila anni a cui facciamo riferimento. Questo sposta ogni prospettiva restituendoci una visione che mostra come noi siamo chi eravamo, fatti per stare fuori e per muoverci.
Diventa chiaro come quello che chiamiamo civiltà è un evento recente provocato dal cambiamento climatico di diecimila anni fa e getta una luce diversa sul cambiamento climatico oggi in corso.

Antropocene come metodo di lettura del reale, tutto sta cambiando: l’economia, come pensare e fare cultura, la visione stessa del mondo e del posto dell’uomo nel cosmo.
Argomenti, discorsi, paure, necessità, pensieri, regole, scenari su cui è fondata la nostra cultura sono di colpo diventati obsoleti e inutilizzabili. Il punto di non ritorno è dietro di noi, siamo entrati nel dopo.
Che fare? Quali sono gli strumenti per il dopo? Quali scenari ci aspettano? Quali i temi da affrontare? C’è bisogno di immaginare.
TFA è un laboratorio di idee, soluzioni, progetti, fantasie, modelli, strumenti per disegnare una mappa collettiva dell’immaginario dell’Antropocene, un’esplorazione collaborativa di possibilità, soluzioni e modi di affrontare la pratica quotidiana, è un appello all’utopia, a sviluppare l’immaginario, a proporre idee, a costruire un manuale di sopravvivenza per le prossime trasformazioni del mondo, un atlante di soluzioni, un ventaglio di strategie.